Handmaid’s Tale: ho capito perché ha vinto agli Emmy
Guardatelo! Se non lo avete ancora fatto
Handmaid’s Tale la serie tv tratta dall’omonimo libro di Margaret Atwood è un pugno nello stomaco. E allora perché vi dico di guardarlo? La riposta è semplice. Ha così tante cose dentro da poter riempire serate intere di chiacchiere tra le persone che lo hanno visto.
E non solo, perché partendo da qui possiamo aprire mille riflessioni su argomenti che riguardano la nostra vita da vicino.
Si, perché sembra di assistere ad una serie in costume, ma non è così. Ambientata ai giorni nostri, non certo in un futuro così lontano. Parte dal fatto che diamo per scontato le nostre libertà, il mondo che viviamo. Sottovalutare episodi strani può portare ad un ribaltamento della vita che conosciamo. Non è poi così lontano da quello che vediamo ogni giorno. O che non sia già accaduto nella storia.
E poi cosa devo dirvi. Potrei parlarne per ore, ma cercherò di essere sintetica.
I punti forti della serie
Handmaind’Tale ha un cast fantastico, alcuni dei protagonisti li avrete di sicuro incrociati altre volte, ad esempio Samira Wiley di Orange is the New Black, o Alexis Bledel la Rory di Una mamma per amica.
Un uso della fotografia da applausi. Per non parlare della scelta delle musiche. Episodio finale con perla eccezionale: Feeling Good di Nina Simone. E con questo non voglio svelarvi altre delle sorprese della colonna sonora.
Un trama che parte come un cazzotto in pieno stomaco. Dopo il primo episodio io mi sentivo disorientata. Un senso di angoscia e nausea. Ma al tempo stesso la voglia di continuare ad andare aventi. Cercare di capire fino a dove sarebbero arrivati.
Non voglio spoilerare e quindi non vi racconto niente, tanto ne hanno parlato già in molti. L’unica cosa che vi consiglio è quella di non dire: “Ah non guarderò Handmaid’s Tale perché mi hanno detto che è tremendo”. Perché non è così. E’ tosto si, ma ti apre la mente a riflessioni importanti.
Handmaid’s Tale: il potere delle donne
Le donne in questa serie sono il perno di tutta la storia. Tra donne sterili e inacidite dalla loro condizione, alle donne (cosiddette ancelle) che per il bene del mondo, lo ripopoleranno. Ovviamente pagando un caro prezzo.
Ma quello che più mi ha colpito è la forza e la capacità di piegare alle proprie volontà gli altri. Si, perché tutte coloro che partono da una situazione di sottomissione, saranno quelle, non tutte, riusciranno a riaffermare sé stesse. E questo solo grazie alla forza e la potenza della donna.
Non voglio dire che Handmaid’s Tale è una serie femminista, ma mette in evidenza un tema, che in un periodo così difficile, in tutto il pianeta, per le donne, non è cosa da poco.
Non voglio però dimenticare nella mia breve recensione il tema della religione e dell’eliminazione della diversità.
Il primo deve essere una costante nella cinematografia degli ultimi mesi. Anche in Blade Runner 2049 ruota tutto intorno al miracolo, la nascita di un figlio da replicanti. E la cosa ancora più curiosa è che la religione arriva in entrambe le situazioni con la citazione di Rachele a Giacobbe. “Ecco la mia serva Bila: unisciti a lei, così che partorisca sulle mie ginocchia e abbia anch’io una mia prole per mezzo di lei”.
E la totale eliminazione di chi non solo non si adegua ai nuovi tempi, fatti da una dittatura dispotica e tirannica. Ma che non concede spazio alla diversità. Di qualsiasi tipo. Si ritorna alle esecuzioni sommarie, alle punizioni corporali, ai campi di recupero.
Uno scenario che fa paura, ma al tempo stesso non è molto lontano da ciò che esisteva fino a 70 anni fa in Italia. Già non dimentichiamo che anche le nostre famiglie hanno vissuto momenti di privazione di libertà, guerra, razzismo e mancanza di democrazia.
MONICA
30 Ottobre 2017 at 11:30Ciao, l’ho visto tutto d’un fiato e hai ragione, bellissimo, coinvolgente e fa riflettere, tanto. Spero che la serie continui, merita veramente.